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La fatturazione elettronica è obbligatoria per la tua azienda?

Scritto da Digital Technologies | 3 dicembre 2020

La fatturazione elettronica obbligatoria nei rapporti tra operatori economici e verso i privati (B2B e B2C) è ciò che differenzia l’Italia da buona parte degli altri Paesi a livello europeo e mondiale, rendendoci un modello da imitare. Introdotta per limitare il fenomeno del Tax Gap, la fatturazione elettronica obbligatoria è stato l’ultimo passo di un lungo iter normativo, iniziato addirittura nel 2001, quando la Direttiva europea 115 stabilì la possibilità di emettere e conservare fatture in forma digitale aventi pieno valore legale. L’iter ha poi conosciuto altre tappe significative, tra cui l’obbligo della fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione (B2G), risalente al biennio 2014-2015 e, infine, la Legge di Bilancio del 2018 che fissò nel 1 gennaio 2019 l’entrata in vigore della fatturazione elettronica obbligatoria in ambito B2B e B2C. Fatturazione elettronica, è bene ricordarlo, non si traduce nell’invio o ricezione di un file firmato digitalmente, ma nella gestione digitale di tutto il ciclo di vita della fattura: emissione, trasmissione, ricezione e conservazione, secondo tracciati, formati e percorsi ben definiti a livello centrale.

Secondo gli ultimi dati disponibili, la fatturazione elettronica obbligatoria ha già raggiunto importanti traguardi: 2 miliardi e 66 milioni di fatture sono transitate nel SdI (Sistema di Interscambio) nel primo anno, con una percentuale di scarto di appena 2,4%, mentre i dati dei primi 5 mesi del 2020 parlano di 772 milioni di fatture con l’1,6% di scarto. A livello di prevenzione dell’evasione, il Direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini annunciò lo scorso giugno effetti positivi sul bilancio nell’ordine dei 3,5 miliardi di euro (fonte: IlSole24Ore).

 

Fatturazione elettronica obbligatoria: soggetti coinvolti ed esentati

In virtù di quanto affermato, si potrebbe rispondere alla domanda del titolo in modo chiaramente affermativo: essendo in Italia la fatturazione elettronica obbligatoria nei rapporti B2B, B2G e B2C, tutti gli operatori IVA sono soggetti a tale vincolo. Vincolo che, è giusto ricordarlo, nasconde in realtà una fortissima opportunità di digitalizzazione dei processi aziendali: grazie alla fatturazione elettronica, le imprese possono diventare più agili, ridurre le inefficienze, il tempo perso in attività manuali e nelle riconciliazioni, sommandovi l’azzeramento dei costi di carta, stampa e di gestione degli archivi fisici.

Posta la regola generale, il nostro ordinamento prevede anche delle eccezioni, ovvero dei casi particolari nei quali la fatturazione può seguire ancora schemi tradizionali, tra cui il tipico invio o ricezione di un file PDF. Oltre agli operatori economici non residenti o non stabiliti in Italia, l’esempio tipico di esenzione sono i titolari di Partita IVA che si avvalgono di regimi fiscali agevolati, come il regime forfettario o regime di vantaggio, cui si sommano i piccoli produttori agricoli e, quanto meno al momento, gli operatori sanitari che inviano dati al Sistema Tessera Sanitaria. In questi casi, l’obbligo di fatturazione elettronica non si applica.

 

La fatturazione elettronica obbligatoria vale anche verso l’estero?

Il problema, se così lo si può definire, riguarda più che altro tutte le aziende che hanno legami commerciali con l’estero. Questo perché non esiste una “fatturazione elettronica obbligatoria” da e verso l’estero: ogni Paese ha le sue norme relative al ciclo di vita delle fatture e i suoi percorsi vincolanti, come il passaggio dal sistema Chorus Pro in Francia, PGEFe (Punto General de Entrada de Facturas electrónicas) in Spagna e l’utilizzo di formati specifici. La stessa fatturazione elettronica europea, entrata in vigore lo scorso aprile e di cui si parla da anni, non è un vincolo per le imprese ma per le Pubbliche Amministrazioni, che sono obbligate a ricevere fatture conformi a un certo tracciato stabilito dal legislatore comunitario. Ciò non toglie che in ambito B2B non vi siano obblighi di fatturazione elettronica verso imprese di altri Paesi UE o verso il resto del mondo a meno che non lo preveda la normativa del Paese di destinazione (come l’Italia, appunto), il che rende piuttosto complessa la gestione da parte delle imprese, fa sì che la classica fattura cartacea sia tutt’altro che estinta e comporta la gestione di una forte multicanalità in ingresso e uscita, cui far fronte con apposite soluzioni di invoice management.