
La fattura elettronica in Italia
La fattura elettronica è un tema che ci vede protagonisti da più di un decennio e merita di essere approfondito a dovere. Per prima cosa, occorre ripercorrere brevemente un cammino che ci ha visto essere i pionieri e il punto di riferimento per molti Stati che, al fine di arginare il fenomeno dell’evasione (tax gap) o per altre motivazioni, hanno successivamente intrapreso la strada dell’obbligatorietà. Come si vedrà meglio nell’area della fatturazione internazionale, questo non ha significato però adottare lo stesso modello di fatturazione italiano, da cui la notevole complessità che circonda l’argomento.
Per fornire un quadro completo, occorre quindi spiegare cosa intenda il nostro legislatore per fattura elettronica, quali sono il formato e il processo legalmente validi e come funziona l’iter di conservazione, anch’esso centrale per conferire valore legale alla fattura nel tempo. Inoltre, trattandosi di un tema in continua evoluzione, è possibile fornire qualche indicazione sugli scenari futuri che coinvolgeranno direttamente l’Italia. Particolarmente importante, a tal fine, è e sarà il progetto ViDA (VAT in the Digital Age) che approfondiremo in seguito.
E-invoice, la fatturazione obbligatoria in Italia
In materia di e-invoice, l’Italia è da diverso tempo un punto di riferimento internazionale. Dopo l’introduzione, nel 2014 e 2015, dell’obbligo di fatturazione elettronica nei confronti della pubblica amministrazione (B2G), il 1° gennaio 2019 la fatturazione obbligatoria è stata estesa anche ai rapporti B2B e B2C, in netto anticipo rispetto alla stragrande maggioranza degli Stati europei ed extra-europei.
Oggi, tutti i possessori di partita IVA italiana sono tenuti ad adottare l’e-invoice. In un primo momento, la normativa sulla fatturazione elettronica prevedeva numerose esenzioni, tra cui i liberi professionisti aderenti al regime forfettario e i piccoli produttori agricoli. Tuttavia, nell’ottica di una maggiore trasparenza e di un contrasto più efficace all’evasione fiscale, nel corso degli anni il numero di categorie esentate è progressivamente diminuito. Alla data attuale (marzo 2025), l’unica categoria ancora esclusa in modo significativo dall’obbligo di fatturazione elettronica è rappresentata dagli operatori sanitari tenuti all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria.
Fatturazione elettronica in azienda: canali, formati e procedure
Tra i vari modelli di fatturazione elettronica e Digital Reporting, l’Italia ha scelto il cosiddetto Centralised Exchange Model, ovvero un modello che prevede il passaggio di tutte le fatture attive e passive (interne) attraverso un sistema centralizzato di validazione e registrazione delle stesse, che in Italia è il Sistema di Interscambio (SdI). Ciò che distingue il nostro sistema da molti altri è l’assenza di una relazione diretta tra il fornitore e il cliente: la fattura è inoltrata a quest’ultimo direttamente da SdI.
Nelle aziende, la fatturazione elettronica è gestita dai moduli di Invoice Management dell’ERP, che produce l’XML della fattura e trasmette il flusso dati a SdI per la validazione e la consegna al cliente in funzione del suo Codice Destinatario, che il sistema attribuisce non al singolo soggetto IVA ma al provider del servizio di fatturazione (soggetti diversi possono avere lo stesso Codice). Il sistema di Invoice Management gestisce tutto l’iter di fatturazione, comprese le ricevute di SdI ed eventuali errori; in caso di esito positivo, procede con la conservazione a norma che, a sua volta, è disciplinata da specifiche norme.
Allo stesso modo, nel ciclo passivo, i sistemi gestionali creano un ordine di acquisto, che viene invitato al fornitore, e successivamente ricevono la fattura già validata da SdI. La riconciliazione tra la fattura e l'ordine di acquisto, processo che può essere manuale o automatico a seconda dei sistemi gestionali adottati, accelera l'esecuzione dei pagamenti.
La conservazione digitale della fattura elettronica
Il processo di invio o ricezione si conclude con la conservazione digitale della fattura elettronica, che deve rispettare determinati requisiti se vuole mantenere valore giuridico nel tempo. In particolare, il sistema di archiviazione deve farsi garante di integrità, leggibilità, affidabilità, autenticità dei documenti informatici.
Le fatture, sia quelle emesse che quelle ricevute, vanno conservate per 10 anni.
Fattura elettronica Italia e scenari futuri
Il tema della fatturazione elettronica italiana è dinamico ed evolve di continuo, tra modifiche ai tracciati e aggiornamenti normativi che devono essere tradotti in cambiamenti tecnici.
I principali cambiamenti interni attesi nei prossimi anni saranno il risultato dell’adeguamento italiano alla nuova normativa europea. Come approfondiremo in un capitolo successivo, l’Unione Europea è infatti impegnata nella standardizzazione dei formati e dei modelli di fatturazione elettronica a livello continentale. Dopo un primo traguardo raggiunto nel 2020, che ha riguardato esclusivamente il modello B2G (Business to Government), la tendenza europea alla standardizzazione raggiungerà un obiettivo ancor più rilevante entro il 2030, quando sarà operativo a tutti gli effetti il progetto ViDA (Vat in the Digital Age). In quella data, infatti, entrerà in vigore un sistema centralizzato obbligatorio di digital reporting per la fatturazione transfrontaliera, che di fatto obbligherà tutti gli Stati membri ad adottare la e-invoice, preferibilmente secondo un modello armonizzato e condiviso a livello europeo.
Rimandando al capitolo successivo ogni approfondimento in merito, in questa sede vale la pena sottolineare come il modello centralizzato italiano non risponda al 100% alle specifiche europee, che prediligono modelli distribuiti (es, Peppol), e andrà in qualche modo adeguato. Sarà sempre più importante, in prospettiva futura, il ruolo dei service provider internazionali.
La fattura elettronica internazionale
Il tema della fattura da e verso l’estero merita la massima considerazione, essendo in assoluto l’ambito più complesso da affrontare nell’ambito dell’e-invoice.
In primis, occorre comprendere i motivi di tale complessità, così da poter apprezzare il percorso di semplificazione intrapreso dagli organi comunitari, le iniziative in corso in diversi Stati, quelle future (tra cui la già citata VAT in the Digital Age, o ViDA) e, mantenendo un approccio il più possibile pratico e concreto, capire quale sia oggi la soluzione migliore per le aziende, che in ogni caso prevede il coinvolgimento di un partner/provider con esperienza dedicata.
Nell’ambito della fatturazione elettronica internazionale, il partner funge da esperto di dominio, sia in chiave legale (per via della normativa dei diversi Stati con cui le aziende hanno rapporti commerciali) che di dominio tecnico. Il partner ideale è infatti colui che sviluppa una soluzione ad hoc e la integra nell’ecosistema aziendale, permettendo all’azienda di non cadere vittima della complessità e dell’inefficienza, ma permettendole (al contrario) di ottimizzare i processi e sfruttare l’automazione.
e-fattura estera: un passo fondamentale per la crescita
Accelerare i processi di emissione e di ricezione delle fatture internazionali è una priorità per qualsiasi azienda che abbia rapporti con partner esteri, e per tutte quelle che puntano alla crescita internazionale del business. Questo vale sia nei rapporti tra aziende, quindi nell’universo B2B, sia nei confronti di pubbliche amministrazioni estere, ovvero nel territorio B2G.
Rispetto alla fatturazione nazionale, l’estensione internazionale crea sfide di difficile soluzione. Come anticipato, infatti, ogni Paese può definire in modo autonomo i propri processi di fatturazione elettronica e di Digital Reporting: può decidere che la loro adozione sia obbligatoria o meno, le sue esenzioni e, in ambito di e-fattura, i processi, procedure, formati, sintassi e canali di comunicazione ammessi, che saranno inevitabilmente diversi da quelli degli altri Stati.
Per un’azienda che commercia con l’estero, la situazione può essere molto complessa poiché, oltre a doversi adeguare alla normativa locale, essa deve anche tenere in considerazione le esigenze dei propri partner, ognuno dei quali è vincolato ai propri sistemi giuridici e fiscali.
Perché la fatturazione elettronica estera è un problema per le aziende?
In assenza di uniformità e interoperabilità, la fatturazione elettronica estera può essere un vero problema per le aziende. Non solo i sistemi esteri possono essere molto diversi tra di loro, ma sono anche soggetti ad evoluzioni repentine. Dovendo adeguarsi a numerose normative locali, le imprese dovrebbero monitorare tutte le evoluzioni sotto questo profilo e tradurle in adeguamenti di processo, contenuti, sintassi e canali di comunicazione.
L’estrema complessità dello scenario conduce al fenomeno della multicanalità in ingresso e in uscita. In altri termini, le imprese si trovano a gestire fatture elettroniche in svariati formati, con sintassi diverse, inviate e gestite attraverso canali disparati. Oltre al fatto che, in una situazione di questa complessità, il cartaceo è ancora vivo, con tutti i limiti del caso. Le conseguenze sono procedure manuali, tempi lunghi di gestione e di pagamento, tanti lavori ripetitivi, errori e inefficienze. Dal punto di vista degli Stati, la complessità tende a condizionare negativamente la trasparenza, favorendo errori e comportamenti illeciti.
UE e fatturazione elettronica: il percorso di standardizzazione
All’interno dell’Unione Europea si assiste a un percorso di progressiva digitalizzazione delle fatture nei sistemi nazionali. Mentre i singoli Paesi evolvono in modo indipendente, le autorità continentali puntano alla standardizzazione e all’interoperabilità, ovvero ad evitare che un’eccessiva frammentazione tra i sistemi nazionali si ripercuota sull’inefficienza delle imprese e, soprattutto, sull’incapacità degli Stati di ridurre i fenomeni di evasione dell’IVA sulle operazioni transfrontaliere.
Esiste dunque una relazione stretta tra UE e fatturazione elettronica. In particolare, in Europa esiste uno standard di fatturazione elettronica (Direttiva 55/2014), definito in termini di sintassi, formati (UBL e CII) e canali di trasmissione (Peppol). Tuttavia, le imprese non sono obbligate ad usarla nei rapporti B2B: l’unico obbligo esistente è in capo alle pubbliche amministrazioni, che dal 2020 sono tenute a elaborare fatture elettroniche in formato EU. Considerando che la e-fattura è obbligatoria in molti paesi europei nel B2G, si può affermare che il modello europeo sia sostanzialmente lo standard nei rapporti B2G, ma anche che il grosso delle transazioni (B2B) necessiti ancora di standardizzazione. Ed è qui che entra in scena ViDA.
Fatturazione in Europa: esempi concreti
Come si stanno muovendo in concreto gli Stati per quanto concerne la fatturazione elettronica? Abbiamo selezionato quattro esempi eclatanti e geograficamente vicini a noi per dimostrare l’eterogeneità esistente.
Fatturazione elettronica in Germania: le novità dal 2025
La Germania ha introdotto un obbligo di fatturazione elettronica per le transazioni domestiche B2B con la riforma fiscale Growth Opportunity Act datata 2024. Dal 1° gennaio 2025, tutte le imprese residenti in Germania sono obbligate a ricevere fatture elettroniche conformi allo standard europeo EN 16931. L’emissione di fatture elettroniche, invece, resta facoltativa fino al 2027, salvo consenso dell’acquirente. Dal 2028, l’e-invoice sarà obbligatoria per tutte le transazioni B2B.
Le aziende devono quindi dotarsi di sistemi in grado di generare, ricevere, conservare e gestire fatture elettroniche secondo gli standard tecnici previsti, con l’obiettivo di digitalizzare i processi, migliorare l’efficienza e garantire la conformità fiscale, anche in vista dell’allineamento con ViDA.
Dal punto di vista tecnico, la normativa riconosce due formati principali: XRechnung, basato su XML conforme a CII o UBL (formati EU), e ZUGFeRD 2.0.1, un formato ibrido (PDF/A-3 + XML). I canali ammessi per lo scambio includono PEPPOL, EDI e, temporaneamente, anche l’e-mail, destinata però a essere dismessa (insieme a EDI) entro il 2028.
Fatturazione elettronica in Francia: cosa cambia con la riforma
La Francia introdurrà l’obbligo di fatturazione elettronica B2B in modo progressivo a partire dal 1° settembre 2026, data entro la quale tutte le imprese dovranno essere in grado di ricevere fatture in formato elettronico. In questa prima fase, l’obbligo di emissione riguarderà solo grandi e medie imprese. Le piccole imprese e microimprese dovranno adeguarsi entro il 1° settembre 2027.
Il sistema francese si basa su un modello decentralizzato a cinque angoli, evoluzione del precedente modello a Y. In questo schema, le PDP (Plateformes de Dématérialisation Partenaires), ovvero piattaforme private accreditate, gestiscono la ricezione e la trasmissione delle fatture al destinatario e inviano i dati di reporting fiscale al Portail Public de Facturation (PPF); rispetto alla prima declinazione (Y), il PPF non gestisce più direttamente le fatture elettroniche. I formati accettati sono tre: UBL 2.1, UN/CEFACT CII e Factur-X, un formato ibrido PDF/XML.
Fatturazione elettronica in Polonia: le nuove regole
La Polonia introdurrà l’obbligo di fatturazione elettronica B2B tramite il sistema centrale KSeF (Krajowy System e-Faktur), ispirato al modello centralizzato in vigore in Italia. Dopo alcuni rinvii, l’obbligo scatterà il 1° febbraio 2026 per i grandi contribuenti (oltre 200 milioni di zloty di fatturato annuo) e il 1° aprile 2026 per tutti gli altri. Le imprese dovranno emettere, ricevere e validare le fatture attraverso KSeF, utilizzando un formato strutturato.
Nel frattempo, sono diversi gli interventi normativi atti a semplificare il passaggio alla e-fattura in vista delle scadenze: per esempio, la possibilità di continuare a emettere fatture tramite registratori di cassa fino a metà 2026; l’introduzione di una modalità offline fino alla fine del 2026; l’estensione del periodo di transizione per le microimprese fino al 2027 e molto altro.
KSeF offrirà diverse funzionalità: notifiche automatiche, conservazione decennale delle fatture e invio di allegati integrati per settori specifici come telecomunicazioni e media.
Fatturazione elettronica in Belgio: si parte nel 2026
Il Belgio fa parte dell’insieme di Stati che introdurranno a breve l’obbligo di fatturazione elettronica. In particolare, e salvo eventuali rinvii, si partirà il 1° gennaio 2026 con un obbligo generalizzato pendente su tutte le aziende con stabile organizzazione in Belgio, a prescindere da dimensioni e dal volume d’affari. A seguire, entro il 2028 verrà introdotto l’obbligo di comunicazione digitale (e-reporting) di tutte le transazioni IVA in near-realtime.
Per quanto concerne il modello, il Belgio presenta una situazione particolare. Nel 2026, infatti, verrà introdotto un modello a 4 angoli (four corner) basato sul network Peppol, ma lo stesso evolverà nel 2028 verso un modello five-corner per ospitare anche la tax authority. Niente di particolare, invece, sul formato della fattura, che sarà aderente agli standard europei.
Alcuni casi significativi, dal 2026 in poi
Con l’entrata in vigore di ViDA, che approfondiremo più avanti, sempre più Stati UE si avviano a introdurre l’obbligo della fatturazione elettronica, con l’obiettivo di una sua adozione generalizzata entro il 2030. A questo scenario europeo si affianca un panorama internazionale in pieno fermento: in numerosi Paesi extra-UE, infatti, la e-invoice è già una prassi consolidata oppure sta per diventarlo, secondo normative e modelli di controllo differenti, che le imprese devono essere pronte a gestire per mantenere la compliance. Alcuni casi significativi:
- Croazia: obbligo di fatturazione elettronica dal 1° gennaio 2026. Modello ancora da definire.
- Lettonia: obbligo a partire dal 1° gennaio 2026 con modello 5-corner.
- Bulgaria: introduzione graduale a partire dal 1° gennaio 2026 e fino al 2030, quando scatterà l’obbligo per le microimprese.
- Emirati Arabi Uniti: e-invoicing B2B e B2G a partire da luglio 2026 con un modello simile a Peppol.
- Slovenia: l’obbligo scatterà il 1° gennaio 2027. Il modello è ancora da definire.
- Slovacchia: si partirà il 1° gennaio 2027 con un modello ViDA compliant (decentralizzato, formato fattura europeo).
VAT in the Digital Age (ViDA): la riforma UE
La riforma ViDA (VAT in the Digital Age) rappresenta l’evoluzione naturale del percorso descritto precedentemente. Si tratta di un aggiornamento strutturale della normativa IVA europea (2006) fondato su tre pilastri:
- Introduzione di un sistema di rendicontazione digitale in tempo reale (Digital Reporting Requirements) basato sulla fatturazione elettronica. Le aziende saranno obbligate a trasmettere realtime i dati delle transazioni transfrontaliere a un sistema centralizzato europeo.
- Nuove regole per le piattaforme online (platform economy). In particolare, è stata attribuita la responsabilità della riscossione e del versamento dell'IVA alle piattaforme digitali per le transazioni che abilitano.
- Single VAT Registration. ViDA stabilisce che le imprese che operano a livello internazionale non debbano più registrarsi per l’IVA in ogni Stato in cui operano.
Dopo un intenso iter negoziale, l’11 marzo 2025 il Consiglio dell’UE ha approvato definitivamente la Direttiva, che è in vigore dal 14 aprile 2025.
ViDA e l’obbligo di fatturazione elettronica
Restringendo il focus alla e-invoice, quali sono le tappe previste da ViDA e come si concretizzerà il tema della fatturazione elettronica europea B2B?
In primis, ViDA stabilisce che gli Stati membri possano che fin da subito introdurre un obbligo generalizzato di fatturazione elettronica senza dover richiedere l’autorizzazione preventiva dell’UE, a condizione che vengano rispettati gli standard di fatturazione europei, sia a livello di formato che di modello (decentralizzato).
Il cambiamento più significativo, in prospettiva, si concretizzerà però nel 2030, quando entrerà in vigore l’obbligo di utilizzare un sistema centralizzato di digital reporting a livello europeo per tutte le transazioni B2B intra-UE. ViDA, pur non imponendo esplicitamente l’obbligo di fatturazione elettronica agli Stati membri, ne renderà di fatto necessaria l’adozione: senza e-invoice, infatti, non sarà possibile garantire la trasmissione puntuale e standardizzata dei dati richiesta dalla nuova normativa.
In vista di questa scadenza, gli Stati stanno avviando progetti di adeguamento normativo. Le situazioni però sono molto eterogenee: i Paesi che non hanno ancora introdotto alcuna forma di fatturazione elettronica dovranno affrontare un percorso di trasformazione più profondo e strutturale; chi ha già adottato una e-invoice conforme agli standard europei (come il formato EN 16931 e l’infrastruttura PEPPOL) è, di fatto, già allineato; mentre altri — come l’Italia — si trovano in una posizione intermedia, con un sistema di fatturazione elettronica avanzato ma ancora non del tutto conforme ai requisiti tecnici e semantici imposti dal framework europeo.
Fatturazione elettronica internazionale: la soluzione DT
Per vincere le sfide legate alla fatturazione elettronica internazionale, le aziende possono delegare a strumenti dedicati e partner competenti tutta la complessità dei processi sottostanti.
Il partner ideale è in grado di miscelare competenze tecniche, asset proprietari e un aggiornamento costante sulla tematica trattata. Soprattutto, deve essere in grado di assecondare le esigenze delle aziende a prescindere dai Paesi con cui si devono interfacciare.
Digital Technologies può accompagnare le imprese in questo percorso: ha competenze specialistiche, è costantemente aggiornata sulle novità di ogni sistema nazionale e dispone di una piattaforma dedicata che solleva le aziende dalla complessità della fatturazione internazionale, puntando fortemente sull’approccio di hyperautomation. A tal fine, occorre ricordare che la fatturazione elettronica non è una procedura a sé, ma è parte integrante del ciclo dell’ordine (attivo e passivo) e che il vero valore si ottiene dall’ottimizzazione del processo in modalità end-to-end. A tal fine, Digital Technologies propone moduli di hyperautomation che consentono, appunto, l’automazione di processi collegati alla fatturazione elettronica.
In termini pratici, nel ciclo attivo la piattaforma riceve le fatture dall’ERP, la traduce nei formati nazionali e, soprattutto, ne gestisce tutto il processo successivo, compresa la comunicazione con il cliente, la trasmissione a norma con le autorità nazionali ed eventuali intermediari, nonché il processo di conservazione. Tutto ciò, a prescindere dal Paese di destinazione.
Specularmente, la soluzione Digital Technologies riceve tutte le fatture indirizzate verso l’azienda da fornitori esteri, a prescindere dal formato e dal canale (XML, EDI, PDF, eventualmente anche carta), le elabora e le trasmette in un unico flusso verso i sistemi gestionali aziendali. In questo modo, l’azienda non deve modificare il proprio modo di lavorare ed è totalmente sollevata dalla complessità insita in un sistema nativamente frammentato.