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Gestione fattura elettronica e VAT in Digital Age: cosa devi sapere

Scritto da Digital Technologies | 7 giugno 2023

La proposta della Commissione Europea “VAT In the Digital Age (VIDA)” è stata pubblicata l’8 dicembre 2022: il suo principale obiettivo è quello di agevolare le Autorità Fiscali degli Stati Membri dell’Unione Europea nella lotta alle frodi fiscali, mediante l’utilizzo della tecnologia.  

Una delle principali misure contenute nella proposta – e che sarà approfondita nel corso dell’articolo - riguarda proprio il tema dell’eInvoicing come strumento chiave per raggiungere gli obiettivi prefissati. 

A partire dal momento della pubblicazione, sono state molte le domande sollevate dalle imprese con l’intento di comprendere meglio la proposta ed i suoi potenziali impatti sull’operatività di breve e lungo periodo. Questo, con particolare riferimento alla gestione della fattura elettronica. 

Proseguendo nella lettura sarà possibile non solo approfondire i punti chiave della proposta, ma anche comprendere le implicazioni per Stati Membri e le imprese.  

 

VAT in Digital age: gli obiettivi e finalità della proposta  

Il pacchetto di misure VAT in Digital Age intende modificare alcuni atti normativi (Direttiva n. 2006/112/CE, Regolamenti n. 2010/904/UE e n. 2011/282/UE) con l’obiettivo di modernizzare il sistema dell’imposta sul valore aggiunto. Questo deriva essenzialmente dalla consapevolezza che la disciplina comunitaria sull’IVA, nel corso dell’ultimo decennio, sia rimasta pressoché immutata, risultando - quindi - inadeguata nel sostenere l’avvento delle nuove tecnologie ed i loro impatti su economia e società. 

Se da un lato, come già accennato, la proposta mira a combattere e limitare le frodi IVA e i fenomeni evasivi ed elusivi, dall’altro - al contempo - vuole semplificare gli adempimenti IVA per tutte quelle aziende che effettuano cessioni intracomunitarie. 

Stante i complessi ed impattanti obiettivi prefissati dal VIDA, la Commissione Europea ha aperto una consultazione pubblica della durata di otto mesi, terminata a febbraio, che consentisse a tutte le parti interessate di fornire osservazioni, al fine di alimentare il dibattito legislativo e proporre correttivi sui principali argomenti trattati dalla proposta. 

 

VAT in Digital age: quali sono le aree di intervento?  

Le norme in materia di IVA, quindi, non sembrano adeguate a rispondere alle sfide derivanti dall’impresa digitale. Le misure previste dalla VAT in Digital Age mirano proprio a contrastare questo aspetto e riguarderanno principalmente i seguenti ambiti:  

 

1) Obblighi di dichiarazione IVA (Digital Reporting Requirements) e la fatturazione elettronica: introduzione di un sistema di real-time digital reporting obbligatorio per consentire il monitoraggio, a livello UE, dei dati relativi alle transazioni intra-comunitarie. 

 
2) Regime dell’IVA applicabile all’economia delle piattaforme: eliminazione delle disparità fra i diversi operatori economici, considerando che – attualmente - molte delle transazioni relative alla platform economy (ad esempio, quelle relative ad operatori che gestiscono piattaforme legate agli affitti brevi e al settore del trasporto passeggeri) rimangono fuori degli adempimenti IVA. 

 

3) Registrazione IVA unica nell’Unione Europea: adempimento agli obblighi IVA da parte delle imprese senza la necessità di doversi registrare in ognuno dei Paesi in cui effettuano transazioni. 

 

Obblighi di dichiarazione IVA e la fatturazione elettronica: la portata delle modifiche proposte 

Con riferimento al primo punto, per comprenderne la portata, occorrere fare una considerazione: gli Stati membri hanno introdotto - o lo stanno facendo sempre più frequentemente - diversi sistemi di DRR (adottando, non di rado, regimi di eInvoicing obbligatorio). La discrezionalità e l’autonomia lasciata agli Stati membri, unite all’assenza di una linea condivisa a livello comunitario, determinano un quadro normativo frammentato e complesso, che genera non solo costi inutili per le imprese, ma anche e -soprattutto - la totale mancanza di interoperabilità tra i diversi Paesi.  

Se da un lato, quindi, le misure proposte dalla VAT in Digital Age favorirebbero la semplificazione del panorama normativo, dall’altro è importate considerare che vi saranno, qualora venisse adottata, 

impatti significativi sulla gestione della fattura elettronica per tutti quei Paesi che hanno già definito e implementato obblighi di eReporting ed eInvoicing, come l’Italia, che rappresenta dal 2019 un esempio virtuoso nell’ambito della fatturazione elettronica.  

 

Obblighi di dichiarazione IVA e la fatturazione elettronica: le modifiche proposte 

Tra le principali e più significative misure proposte dal pacchetto VAT in Digital Age vi è sicuramente quella relativa all’abolizione dell’articolo 232 della direttiva IVA, che ad oggi impone agli Stati membri di chiedere una deroga all’EU per introdurre l’obbligo di fatturazione elettronica nei rapporti B2B e B2C (come è stato per Italia, Francia e Polonia). A partire dal 2024, ogni Stato membro sarà libero di imporre l’obbligo generalizzato di eInvoicing, senza richiedere preventiva autorizzazione all’UE. 

Sempre dal 2024, le uniche fatture che saranno considerate elettroniche saranno quelle in formato strutturato e conformi alla norma EN16931. 

Dal 2028, inoltre, le fatture elettroniche strutturate saranno l’unica modalità ammessa per le transazioni intra-EU e dovranno essere emesse entro 2 giorni, anziché entro 45 giorni come avviene oggi. 

Sempre a partire dal 2028, verranno integrati ulteriori elementi obbligatori da includere all’interno della fattura come, ad esempio, il codice IBAN del fornitore ed il numero della fattura originale in caso di note di credito. 

Infine, sotto il profilo degli obblighi dichiarativi, gli elenchi “Intrastat” saranno aboliti e sostituiti da un obbligo di comunicazione analitico (e non più aggregato) delle operazioni, che saranno trasmesse ad un database centrale “Central VIES”, supervisionato e aggiornato dalla Commissione Europea.