Oltre i confini nazionali, anche all’estero la fatturazione elettronica rappresenta una tematica di grande interesse: rappresenta un elemento chiave nel processo di ammodernamento delle imprese.
Da mero obbligo normativo, infatti, si pone come uno strumento propulsore del processo digitalizzazione delle aziende: un adempimento che si traduce in una serie di opportunità concrete per le organizzazioni e per l’ottimizzazione dei loro processi interni, in particolare quelli di ciclo attivo e passivo.
Per questo, è un argomento ampiamente dibattuto in molti Paesi, che – cogliendone le significative potenzialità – hanno intrapreso, in molti casi, azioni concrete per promuovere l’adozione di un modello nazionale per la fatturazione elettronica: ne consegue che il panorama normativo risultante si presenta ancora molto frammentato, causa la mancanza di standardizzazione delle diverse iniziative.
Ciò nonostante, attualmente, la situazione al livello globale è in rapida evoluzione: molti Paesi hanno introdotto misure per regolamentare la fatturazione elettronica in ambito pubblico e privato.
In Europa, una spinta alla diffusione del fenomeno è stata la Direttiva 55/14/EU, che ha imposto alle PA di ricevere le fatture in formato elettronico dai fornitori. Tale norma, recepita dai Paesi dell’UE, ha spinto alcuni Stati (Italia, Francia e altri) ad estendere l’obbligo di trasmissione elettronica delle fatture alle aziende fornitrici delle PA.
Sul modello italiano, che ha portato risultati nella lotta all’evasione fiscale e ha rappresentato una spinta alla digitalizzazione delle imprese, molti Paesi hanno intrapreso misure per introdurre l’obbligo fra privati.
Tra le iniziative ufficializzate: Serbia e Polonia, rispettivamente a partire da gennaio 2023 e 2024; la Francia da luglio 2024. Si prevede che la Slovacchia formalizzi il mandato nel 2023; mentre, in Spagna, sebbene l’infrastruttura sia predisposta, si attende l’approvazione del decreto e la conseguente formulazione della data. Tra i Paesi che hanno annunciato di voler determinare un mandato B2B figurano Belgio, Germania, Lettonia e Danimarca.
Anche al livello extra-europeo, lo scenario è altrettanto variegato: se da un lato, in alcuni casi, all’estero la fatturazione elettronica risulta ampiamente diffusa e regolamentata; dall’atro, vi sono altri Paesi che hanno intrapreso azioni per promuoverne la diffusione e l’introduzione.
L’America del Sud, ad esempio, rappresenta un esempio virtuoso e ampiamente regolamentato (60% dei Paesi presenta un obbligo almeno parziale di invio della e-fattura, sia nel B2G che nel B2B). In Vietnam, l’obbligo B2B diverrà effettivo da luglio 2022, mentre in Giappone sarà introdotto dal 2023. Altri Paesi, invece, come Stati Uniti e Cina hanno avviato delle sperimentazioni sul tema.
Da quanto detto, emerge una chiara tendenza: anche all’estero la fatturazione elettronica è un fenomeno in larga diffusione. Sempre più Paesi dentro e fuori l’UE, cogliendone le numerose opportunità, si sono interessati a questo prezioso strumento, spinta per la digitalizzazione e l’automazione nello scambio di documentazione.
Sono proprio i risultati positivi, raggiunti da Governi e imprese che hanno adottato lo strumento della fatturazione elettronica al loro interno, a spingere gli atri Paesi a fare altrettanto.
Tra i principali benefici:
Sebbene la diffusione capillare di questo fenomeno, dunque, porti significative opportunità anche per le aziende, ad esempio in termini di riduzione dei costi e massimizzazione dell’efficienza, rimane innegabile che le imprese debbano confrontarsi con un elevato grado di complessità, essendo lo scenario della fatturazione elettronica all’estero fortemente frammentato.
È evidente come la fatturazione elettronica per l’estero sia un processo particolarmente insidioso per le imprese: la frammentazione normativa e all’assenza di uno standard comune al livello globale ne sono le principali cause.
Per un’azienda che ha rapporti commerciali internazionali sarà sempre più complesso gestire il processo di fatturazione elettronica all’estero: basti pensare alle diverse specificità da considerare, dal modello adottato da ciascun Paese (centralizzato o decentralizzato), al formato ed al metodo di trasmissione, fino alle scadenze da rispettare al livello fiscale.
Come gestire, quindi, la complessità legata all’eterogeneità di modelli, formati e procedure presenti al livello globale?
Affidarsi ad un provider esperto in materia di fatturazione elettronica all’estero, rappresenta sicuramente lo strumento più efficace per rispondere alle difficoltà derivanti da quando descritto sin ora.
L’azienda, così facendo, può demandare tutti gli aspetti tecnici di funzionamento, operatività e sicurezza ad un soggetto terzo, che al contempo - ed è questo forse l’aspetto più interessante - garantirà la totale compliance e l’aggiornamento alle disposizioni normative vigenti in ciascun Paese in cui l’impresa si trova ad operare.