Blockchain fashion: sfide e opportunità
Affrontare il tema di blockchain fashion significa, innanzitutto, identificare le principali sfide con cui il settore della moda ha a che fare quotidianamente. Prima: l’esigenza di limitare il più possibile la contraffazione, un problema che è sempre stato forte tra i marchi fashion ma che negli ultimi anni ha raggiunto numeri da capogiro; basti pensare che i sequestri di prodotti di moda furono 14,3 milioni di pezzi nel 2006 e sono diventati 68 milioni nel 2018. Il tema della lotta alla contraffazione è sentito non solo per gli effetti diretti sulle entrate, ma anche sulla reputation del brand: al di là dei prodotti palesemente contraffatti, infatti, ci sono quelli venduti come originali, capaci di ingannare l’osservatore ma la cui qualità non è ovviamente paragonabile.
Il controllo delle catene di approvvigionamento
Altra sfida di primaria importanza, che conduce al tema di blockchain fashion, è il controllo delle catene di approvvigionamento. I marchi di moda combattono non solo sul fronte della qualità e dell’esclusività, ma anche su temi per i quali i clienti sono molto sensibili come la sostenibilità, la produzione responsabile, la provenienza delle materie prime da luoghi e produttori che rispettano condizioni sicure di lavoro e rifiutino ogni forma di sfruttamento.
Per molte aziende, questo fa parte della propria cultura, dei valori e non va disatteso in nessun caso. Eppure, garantirlo è un problema non da poco nelle Supply Chain molto estese, in cui la comunicazione tra gli attori non è semplice e, soprattutto, il livello di digitalizzazione è diverso da un’azienda all’altra. Ecco perché il tema della tracciabilità si innesta in quello della trasparenza: l’azienda deve poter conoscere per filo e per segno la provenienza delle materie prime, le lavorazioni effettuate, i passaggi delle merci, così da poter certificare la sostenibilità dei processi e – ovviamente – dei prodotti, da cui tutto lo storytelling del marchio e attività di marketing mirate.
Blockchain fashion, trasparenza e controllo
In questo scenario si innesta il tema di blockchain fashion. A ben vedere, infatti, l’impiego di blockchain si adatta perfettamente alle esigenze di questo mercato e dei player che vi fanno parte.
Innanzitutto, per il tracciamento dei prodotti e delle lavorazioni effettuate: blockchain porta infatti in dote i concetti di decentralizzazione e di immutabilità del dato, e può essere impiegata ai fini di ottenere massima trasparenza su transazioni, eventi e informazioni. A livello pratico, ciò significa che l’azienda può tracciare i prodotti attraverso tutta la catena di approvvigionamento, e lo stesso potrà fare il cliente in negozio in fase d’acquisto, risalendo all’origine delle materie prime e alle lavorazioni effettuate sul prodotto. Il risultato migliore in assoluto lo si ottiene, a tal fine, integrando blockchain con altre tecnologie rivolte a fornire ancor più informazioni e trasparenza a tutta la filiera: per esempio, le rilevazioni di sensori IoT potrebbero riportare sul registro blockchain informazioni di dettaglio sugli spostamenti del prodotto e delle materie prime, formando una vera e propria carta d’identità del prodotto, su cui le aziende stesse possono lavorare per conquistare (o riconquistare) la fiducia del consumatore. A dire il vero, questa esigenza è sentita in modo particolare in ambito di tracciabilità alimentare, ma può trovare applicazioni interessanti anche nel mercato della moda.
Discorso analogo, sempre nell’ottica di blockchain fashion, per quanto riguarda l’autenticità del prodotto. Qui la questione è anche più semplice, nel senso che i prodotti contraffatti non potrebbero mai “registrarsi” all’interno della blockchain del produttore e verrebbero immediatamente rilevati dal negoziante e dal consumatore finale, portando a un immediato ritiro del mercato e a un aumento di fiducia e di esclusività del marchio.
Insomma, le potenzialità e i benefici di blockchain sono notevoli, soprattutto in un mercato complesso come quello della moda: le premesse per una grande diffusione ci sono tutte e, per le aziende del settore, è certamente arrivato il momento di pensarci.