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Hyperautomation: cos’è e perché garantisce una netta riduzione dei costi operativi

Scritto da Digital Technologies | 8 settembre 2022

Hyperautomation è un nuovo approccio all’automazione intelligente dei processi aziendali. Per tre anni consecutivi (2022 compreso) Gartner ha introdotto hyperautomation tra i trend tecnologici di spicco, sostenendo si tratti di una naturale conseguenza della sempre maggiore attenzione per la crescita, la digitalizzazione e l’eccellenza operativa. Sempre Gartner sostiene che l’adozione di hyperautomation possa portare - entro il 2024 - a una riduzione dei costi operativi fino al 30%, come conseguenza di un netto incremento degli investimenti in tal senso.  

 

Da automation a hyperautomation: l’evoluzione 

Per comprendere l’essenza e il carattere disruptive di hyperautomation, bisogna ripercorrere rapidamente le ultime tappe della digitalizzazione e dell’automazione dei processi aziendali.  

Negli ultimi anni, l’attenzione delle imprese si è concentrata sull’automazione dei task ripetitivi, come naturale evoluzione della digitalizzazione dei processi. Si è trattato per lo più di progetti indipendenti delle varie divisioni, volti a sfruttare al massimo il potenziale della tecnologia (o meglio, di una singola tecnologia) per ottenere tutti i benefici del digitale: accelerazione dei workflow, abbattimento degli errori, efficienza, produttività e riduzione dei costi.   

Per via della sua efficacia e semplicità di implementazione, Robotic Process Automation è il punto di riferimento. Lo è per le enterprise, laddove è impiegata quotidianamente, ma ora anche per le PMI. Il suo limite è quello di automatizzare solo processi ripetitivi e rule-based, senza sfruttare appieno tutte le evoluzioni in materia di data science.  

Nel frattempo, però, attorno alle imprese è cresciuto un ecosistema tecnologico che, se sfruttato accuratamente, può superare il limite dell’automazione rule-based portandola a nuovi livelli di intelligenza: parliamo proprio di AI in tutte le sue declinazioni, del machine learning, delle soluzioni più evolute di business process management e di molte altre tecnologie dalla cui orchestrazione sinergica le imprese possono realizzare valore. 

 

I pilastri di hyperautomation, dall’orchestrazione alle piattaforme Low Code 

Quali sono, dunque, i pilastri di hyperautomation? Delle tecnologie abilitanti si è detto, ma per ottenere benefici concreti e duraturi queste vanno integrate in un paradigma sistemico, che riguardi tutta l’azienda. Hyperautomation, dunque, non è l’iniziativa dell’IT o dell’HR, ma un modo di progettare e implementare l’automazione dei processi aziendali attraverso l’interazione sinergica di tecnologie innovative 

Hyperautomation, a differenza delle iniziative precedenti, richiede una strategia strutturata che, partendo dalla rilevazione delle inefficienze, elabori risposte coerenti con gli obiettivi dell’impresa e ne monitori passo dopo passo l’adozione e i risultati. Per questo motivo, hyperautomation non è la somma delle tecnologie che la compongono, bensì l’orchestrazione delle stesse: a differenza di RPA, qui l’obiettivo non è (solo) accelerare, ma rendere intelligente l’intera enterprise.  

Altro elemento abilitante di hyperautomation sono le piattaforme low/no code. Il motivo è chiaro: l’automazione deve essere semplice e rapida da implementare, avvicinando l’universo tecnologico a quello dei fruitori finali, ovvero del business. Attraverso le piattaforme low code o no code, l’azienda può accelerare l’adozione delle tecnologie innovative e aprirsi a diverse sperimentazioni in un percorso di miglioramento continuo 

 

Non solo riduzione dei costi: i benefici di hyperautomation 

Infine, ma non per importanza, ci si può domandare quali benefici possano ottenere le imprese che intraprendono la strada dell’hyperautomation. Di uno si è già detto: la riduzione dei costi di processo è l’obiettivo primario di ogni iniziativa di hyperautomation. Portare l’intelligenza (artificiale) nei processi significa espandere l’automazione dal dominio rule-based a tutti quelli che richiedono una qualche attività decisionale data-driven. Inoltre, ma tutt’altro che secondario, la riduzione dei costi dipende anche dalla visione olistica di cui si è detto, che di fatto riduce iniziative indipendenti e spesso ridondanti da parte di singole divisioni a favore di una sinergia prima inesistente.  

Grazie a hyperautomation, le aziende diventano inoltre più agili e produttive, ma soprattutto fanno un passo avanti nella strada che conduce alla data-driven company. Massimizzare la resa dell’automazione è possibile solo sfruttando al massimo i dati aziendali, questa volta mettendoli al servizio dell’intera impresa e non di iniziative specifiche.